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ipotesi riforma art. 2 della 240/2010
Al Ministro dell’Università e della Ricerca
Sen. Anna Maria Bernini
OGGETTO: - Ipotesi di modifica dell’art.2 della Legge n.240/2010 – Riforma della Governance delle Università -.
Gentile Ministro,
da qualche tempo trapelano indiscrezioni, anche riprese dalla stampa nazionale, su possibili soluzioni che la Commissione nominata dalla S.V. con decreto n.1561/2024 o pseudo consulenti ministeriali, avrebbero elaborato riguardo alle linee di intervento per la riforma della governance degli Atenei italiani nell’ambito della più complessiva riforma della Legge n.240/2010.
Se l’indirizzo contenuto nell’allegato documento diffuso nei giorni scorsi nella Comunità Accademica italiana, dovesse trovare riscontro, le scriventi OO.SS. FLC Cgil, Federazione CISL Università, UIL Scuola RUA, FGU Gilda Dipartimento Università e SNALS non potrebbero che esprimere, con fermezza, profonda preoccupazione e sconcerto.
Sebbene sia condivisibile la necessità di riflettere sull’efficienza e sulla qualità del sistema universitario italiano, le proposte sinora circolate delineano un assetto che, a nostro avviso, rischia di compromettere in modo significativo i principi di autonomia, collegialità e rappresentanza che costituiscono la base democratica della tradizione accademica italiana, evidenziandosi:
1. un accentramento eccessivo del potere nella figura del Rettore La previsione di un ampliamento così marcato dei poteri del Rettore, a scapito degli organi collegiali, appare in netta controtendenza rispetto alla necessità di rafforzare la partecipazione democratica interna e le dinamiche di controllo reciproco che evitano derive personalistiche. Ridurre il Senato Accademico e il Consiglio di Amministrazione a ruoli marginali significa sottrarre alle comunità scientifiche e professionali la possibilità di orientare le scelte strategiche dell’Ateneo mediante una partecipazione plurale e condivisa.
2. una riduzione degli spazi di rappresentanza del personale docente, del personale tecnico-amministrativo e degli studenti Il sistema universitario vive grazie al contributo integrato di tutte le sue componenti; restringerne gli spazi di rappresentanza negli organi di governo non solo indebolisce la qualità dei processi decisionali, ma rischia di generare una demotivazione che contrasta con l’obiettivo dichiarato di migliorare la vita accademica. Gli studenti, in particolare, devono poter continuare a partecipare in modo significativo alla definizione delle politiche didattiche e della qualità dei servizi e il personale tecnico-amministrativo (che costituisce almeno il 50% della forza lavoro delle istituzioni universitarie) deve necessariamente avere una adeguata rappresentanza nell’ambito sia del Consiglio di Amministrazione che del Senato Accademico e una congrua partecipazione nell’elezioni del Rettore.
3. una eccessiva influenza politica e ministeriale nella gestione degli Atenei Una riforma che accentui il ruolo del Ministero nella nomina o nel controllo degli organi di vertice degli Atenei mina il principio costituzionale di autonomia universitaria, rendendo il sistema vulnerabile a oscillazioni di indirizzo politico e riducendo la capacità delle istituzioni accademiche di sviluppare strategie a lungo termine fondate su criteri scientifici e culturali, piuttosto che su esigenze contingenti.
4. un mancato coinvolgimento delle parti sociali e delle Comunità Accademica Affidare la progettazione di una riforma così decisiva a una commissione nominata, senza un adeguato processo di consultazione con chi rappresenta i professori, i ricercatori, il personale tecnico amministrativo e gli studenti indebolisce la legittimità del percorso e rischia di generare un modello di governance percepito come imposto dall’alto. Una riforma del sistema universitario può essere efficace solo se condivisa da chi quotidianamente vive, sostiene e fa avanzare l’istituzione universitaria.
Per tali ragioni, si chiede alla S.V. di aprire celermente i temi della riforma della Legge n.240/2010 ad un confronto vero, ampio, trasparente e pluralistico con tutte le componenti del sistema universitario, come da impegni assunti durante gli incontri presso il MUR dalla S.V. medesima. Solo attraverso un processo partecipato sarà possibile elaborare una riforma che rispetti i principi costituzionali, valorizzi le competenze diffuse nella Comunità Accademica e rafforzi realmente la qualità e la competitività dell’Università italiana.
Si confida nella sensibilità istituzionale del Ministro e nella Sua volontà di garantire che ogni intervento sul sistema universitario sia improntato al pluralismo, all’autonomia e alla responsabilità condivisa, evidenziando che in assenza di riscontro, non rimarrà alle scriventi OO.SS. che perseguire la strada del conflitto secondo modalità che saranno in seguito definite, per la tutela del sistema universitario e degli interessi di chi in esso opera con passione, con alto senso del dovere e professionalità e marcato valore della partecipazione.
Cordialmente.
LE SEGRETERIE NAZIONALI
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FLC CGIL CISL UNVIVERSITA UIL SCUOLA RUA FGU GILDA SNALS
DIPARTIMENTO UNIVERSITA’
(Pino Di Lullo) (Francesco De Simone Sorrentino) (Alessandro Fortuna) (Arturo Maullu) (Teresa Angiuli)